Quando si parla di lui l’immagine più emblematica è il megafono, il suo posto sulla ringhiera e la sua grande voglia di trasformare il PalAlberti in un’arena infuocata pronta a supportare i propri ragazzi. Legato al basket barcellonese da oltre trent’anni, ha supportato il movimento cestistico nelle sue diverse ere ma sempre con grande passione ed entusiasmo. Lui è Christian Ardenti, anima e cuore del tifo barcellonese.

Le origini della passione

Christian è un barcellonese di adozione, la sua passione verso il basket si accende grazie alla magnifica Varese e a quello scudetto targato Pozzecco, Galanda, De Pol e Recalcati, conquistato in una finale dominata 3-0 contro la Benetton Treviso. Altri tempi, altre storie, ma un unico denominatore comune: la palla a spicchi. Grazie alle gesta di quegli uomini Christian sente sempre più la voglia di basket crescere, soprattutto perché a Barcellona sta nascendo qualcosa di magico: la Cestistica. Quelli sono gli anni che vedono il basket nostrano salire alla ribalta, l’impresa è solo sfiorata. La finale con Udine è un duro colpo, specie quando la serie la giochi fino all’ultimo secondo, all’ultimo possesso e, come se non bastasse, ti ritrovi privato della squadra che ti ha fatto sognare (il titolo sportivo fu spostato a Messina).

Il “Palazzo”

La prima al PalAlberti di Christian fu un Barcellona-Cosenza di Coppa Italia, sono passati più di trenta anni da quel momento e oggi quello stesso palazzetto lo considera casa. Non ha rituali particolari durante le partite, ma il posto sulla ringhiera è il suo; lo scambia solo momentaneamente se la partita non va come dovrebbe. Non sappiamo se funzioni davvero, ma chi ama lo sport lo sa: anche un piccolo dettaglio può fare la differenza.

Per lui il pubblico del PalAlberti è unico per passione e calore. Non lo dice tanto per dire, ma perché ha vissuto il basket, ha girato palazzetti di tutta Italia e specie in B Interregionale è difficile trovare cornici di pubblico così massicce. Inoltre, c’è un dettaglio che non gli è sfuggito durante la prima di campionato: gli occhi dei giocatori sul parquet, “ho visto i giocatori domenica scorsa entrare in campo e guardare questo palazzetto con gli occhi che dicevano ma dove stiamo giocando?!”.

Ricordi

Il ricordo che più di tutti gli evoca emozioni è la promozione in LegaDue del 2010 con annessi festeggiamenti, anche se c’è un altro evento che lo rende fiero ed emozionato: la partita in casa con Venezia nel primo anno di LegaDue. Il palazzo era una bolgia infernale, ancora oggi i tifosi veneziani ricordano quella domenica e quel clima di fuoco e festa.

Nel suo cuore non ci sono solo momenti indimenticabili, ma anche dei giocatori che l’hanno fatto sognare come Gerrod Abram e Joe Crispin, due playmaker americani in grado di far esaltare il pubblico del PalAlberti. Del secondo conserva con cura anche la maglia, vero e proprio cimelio sportivo.

Presente e futuro

Sulla squadra di quest’anno ha buone sensazioni, anche se, da buon scaramantico, incrocia le dita. Per lui è intrigante e, vista la giovane età, con buoni margini di miglioramento. L’obiettivo primario di questa stagione deve essere il divertimento; vorrebbe vedere i ragazzi lottare fino all’ultimo secondo, consapevoli che si può anche perdere, ma senza lasciare nulla d’intentato.

Prima di chiudere, ci tiene a lanciare un messaggio ai giovani: “continuate con questa passione e con questo entusiasmo, perché quello che siamo riusciti a ricreare in questi tre anni non era facile e se il PalAlberti è tornato grande dobbiamo dire grazie a voi che ci avete trascinato”.

Christian non è solo la voce del PalAlberti: è il battito di un popolo che, da trent’anni, non smette mai di credere nel basket barcellonese.

UMBERTO SOTTILE

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